La dignità del lavoro negata

Il prezzo del latte a 60 centesimi è una faccia della stessa medaglia dei lavoratori dei call center a 400 euro, del cameriere a 30 euro al giorno, del manovale a giornata. 
E’la dignità del lavoro negata dentro una competizione affidata solo al mercato, dove i forti diventano più forti e i deboli sempre più deboli. Il mercato, la globalizzazione, le grandi dinamiche economiche hanno motivi e dimensioni internazionali,. Illudersi di affrontarle con l’Italietta nazionalista è pericoloso e ingenuo, Illudersi di farlo rinserrandosi nei confini nazionalisti della nostra isoletta è un ridicolo suicidio. Serve partecipare ad una dimensione europea solidale che metta al primo posto il lavoro e la dignità del lavoro. Servono una Sardegna e un’Italia che puntino sull’Europa, non i proclami ridicoli di guerra di Salvini a berritta in testa.

CONFONDERE LE RAGIONI

La lotta dei pastori è una cosa, i teppisti sono un’altra. Le ragioni di chi si oppone alla TAV sono una cosa, i blackblock sono un’altra. I centri sociali sono una cosa, i delinquenti che vi si nascondono sono un’altra. Confondere le cose è il modo più sicuro per confondere le ragioni. E le ragioni confuse sono quelle che si perdono per prime.

Pubblicato da Gigi Ruggeri Consigliere Regionale su Mercoledì 20 febbraio 2019

Giuseppe Sechi: dalla sanità sarda a quella lombarda

Giuseppe Sechi, direttore generale della Sanità in Sardegna, viene scelto come manager dell’Azienda sanitaria per l’emergenza e urgenza più importante in Italia, quella della Lombardia. Dove governa la Lega, che però non si fa problemi sulla carta di identità, per prendersi i migliori. Dalle nostre parti Sechi ha gestito ilsistema sanitario sottraendolo agli appetiti dei partiti e parti politiche. Che infatti lo hanno regolarmente attaccato, tentando di sabotare la riforma sanitaria e inducendo uno dei nostri migliori professionisti ad andare via. Sperano di riuscire a sostituirlo con un docile asinello sardo, che permetta di tornare ai bei tempi in cui con le tante ASL in Sardegna si poteva dire una a te, una a me, una a lui, e per diventare primari bisognava baciare l’anello del potente.

La scuola, il ministro Bussetti e il sud

Quindi, secondo il ministro leghista, la scuola del sud funziona male ma non ha bisogno di risorse, perché il problema al Sud sono gli insegnanti che devono impegnarsi a lavorare di più. Quindi non perché mancano asili adeguati, scuole col tempo pieno, dirigenti scolastici, insegnanti di sostegno, trasporti per gli studenti, scuole moderne e accoglienti. A saperlo, in Sardegna con la giunta Pigliaru non ci avremo speso 300milioni per migliorare scuole e didattica. Ma per il leghista ministro Bussetti è che qui al Sud non avete voglia di lavorare. Gratta gratta, sotto le giacche da poliziotto o da militare esce lo spirito della Lega di Salvini: ce la prendiamo con gli africani, magari anche con i francesi, ma i terroni restano terroni, e a colpi di federalismo toccherà anche a loro.