Ultimo chilometro: ogni telefonata è utile, ogni voto è determinante

In queste ore abbiamo assistito alla discesa dei vicerè venuti dalla penisola a elargire promesse irrealizzabili e pericolose, come la Zona Franca Integrale o il rilancio del turismo del mattone a cento metri dal mare. Sulla pastorizia hanno garantito soluzioni facili , così come sulla salute dei sardi. Ma sono gli stessi che vogliono creare cittadini di serie A e di serie B con le regioni ad autonomia differenziata e che fino a poco tempo fa usavano la parola “pastore” come insulto. Non facciamoci ingannare.

In queste ore decisive per il futuro della Sardegna impegnamoci affinchè il governo della nostra regione rimanga nelle mani di chi ama davvero quest’ isola. Ogni telefonata può essere utile, ogni voto può essere determinante. Chiamiamo i nostri amici indecisi, convinciamoli con la gentilezza della ragione e con la forza degli argomenti.

La Sardegna in cui crediamo ha una vocazione sostenibile guidata dalle competenze e dall’innovazione. Una Sardegna dove le politiche pubbliche producono opportunità per tutti. Una Sardegna dove sia riconosciuto il merito ed il lavoro. Una Sardegna solidale che non lascia indietro nessuno. Una Sardegna al centro del Mediterraneo che sa attrarre nuovi investimenti e nuove risorse. Una Sardegna che tutela il suo paesaggio, valorizza le vocazioni dei territori, la loro storia, le loro eccellenze, traducendole in benessere diffuso.

Questo è il percorso in cui credo e che con Massimo Zedda Presidente possiamo realizzare. Il 24 febbraio, scriviamo insieme #TuttaUnAltraStoria.

La dignità del lavoro negata

Il prezzo del latte a 60 centesimi è una faccia della stessa medaglia dei lavoratori dei call center a 400 euro, del cameriere a 30 euro al giorno, del manovale a giornata. 
E’la dignità del lavoro negata dentro una competizione affidata solo al mercato, dove i forti diventano più forti e i deboli sempre più deboli. Il mercato, la globalizzazione, le grandi dinamiche economiche hanno motivi e dimensioni internazionali,. Illudersi di affrontarle con l’Italietta nazionalista è pericoloso e ingenuo, Illudersi di farlo rinserrandosi nei confini nazionalisti della nostra isoletta è un ridicolo suicidio. Serve partecipare ad una dimensione europea solidale che metta al primo posto il lavoro e la dignità del lavoro. Servono una Sardegna e un’Italia che puntino sull’Europa, non i proclami ridicoli di guerra di Salvini a berritta in testa.

CONFONDERE LE RAGIONI

La lotta dei pastori è una cosa, i teppisti sono un’altra. Le ragioni di chi si oppone alla TAV sono una cosa, i blackblock sono un’altra. I centri sociali sono una cosa, i delinquenti che vi si nascondono sono un’altra. Confondere le cose è il modo più sicuro per confondere le ragioni. E le ragioni confuse sono quelle che si perdono per prime.

Pubblicato da Gigi Ruggeri Consigliere Regionale su Mercoledì 20 febbraio 2019